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Lo sapevi? ep 5

Lo sapevi? ep.6

Lo sapevi? ep.5

Lo sapevi? ep.5″.

Il Tergicristallo è nato durante una bufera di neve

A inizio 1900 in una giornata di neve a New York, Mary Anderson stava correndo per andare a prendere il Tram per tornare in Hotel.

Poco dopo essere salita, Mary da attenta osservatrice, nota che il tram continuava a fermarsi per la forte nevicata.

Lo sapevi? ep.5

Il conducente a intervalli regolari era costretto a scendere dal Tram per pulire il parabrezza dall’accumulo di neve che continuava a depositarsi impedendo all’autista di proseguire.

Mary vide questa operazione ripetersi innumerevoli volte e da lì le venne l’idea.

Non sarebbe forse più comodo progettare e avere qualcosa di meccanico per pulire il vetro del parabrezza dall’interno senza dover scendere tutte le volte?

Il lampo di genio

Tornata in hotel continuò a pensare alla sua idea, una volta tornata in Alabama arruolò un Designer per disegnare e progettare un attrezzo a manovella che potesse pulire il parabrezza da pioggia e neve dall’interno della vettura.

Progettò una leva posta all’interno dell’abitacolo del conducente che permetteva di attivare manualmente una stecca di gomma esterna, che muovendosi teneva pulito il vetro.

Dopo svariati disegni e tentativi nell’autunno del 1903, brevettò il suo prodotto per una durata di 17 anni, da venditrice provetta propose la sua invenzione alle case automobilistiche dell’epoca.

Purtroppo senza avere alcun successo, questo perché le case automobilistiche erano ancora agli inizi della loro produzione e non consideravano ancora la pioggia come un grosso problema.

Ironia della sorte dopo 17 anni, nel 1920, il suo brevetto scadde e decise di non rinnovarlo.

Qualche anno dopo nel 1922, la casa automobilistica Cadillac decise di mettere in dotazione in tutte le sue vetture il Tergicristallo.

Si trattava proprio dell’invenzione di Mary Anderson, sfortunatamente non riuscì a rivendicare nessun diritto commerciale sulla sua invenzione in quanto il brevetto divenne di dominio pubblico e non ricevette nemmeno un centesimo.

Lei non fu l’unica a progettare uno strumento del genere, si ricorda anche Robert Kearns, quando nel 1969 comparirono sul mercato i tergicristalli a intermittenza, inventati e brevettati da lui stesso nel 1964.

Per concludere questa nostra Pillola dell’Automotive, vi ricordiamo che è sempre importante tenere monitorato il corretto funzionamento di questi strumenti che oggi sono diventati indispensabili per qualunque guidatore.

Se vuoi essere certo che la tua auto sia controllata al meglio fai un salto nel Service di Grand Prix!

Lo sapevi? ep.4

Ti sei perso il gli altri episodi di “Lo sapevi?”

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Lo sapevi ep.1 – chi ha inventato il camper

Lo sapevi ep.2 – Chi è stato il primo a fare un viaggio in auto?

Lo sapevi ep.3 – Occhio a sbattere le portiere se ti trovi in svizzera.

Lo sapevi ep.4 – L’auto elettrica è davvero un’invenzione moderna?


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Lo sapevi? ep 4

Lo sapevi? ep.4

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Pensavi che le auto elettriche fossero un invenzione recente? Be’ non è proprio così, i primi prototipi di auto elettriche risalgono a quasi due secoli fa.

Il primo mezzo elettrico venne realizzato da un ingegnere ungherese Ányos Jedlik nel 1828. Grazie al motore elettrico di sua invenzione, riuscì ad assemblare una proto-automobile.

Uno dei primi tentativi di produrre una vera vettura in versione elettrica, fu la Fiat Panda Elettra, lanciata durante i Mondiali del ’90. Montava batterie al piombo, che le permettevano una autonomia massima di 100 km ed una velocità massima di 70 km/h.

È davvero meglio per l’ambiente?

Non esiste una tipologia di veicolo meno inquinante di un’altra; ci sono diversi fattori da tenere in considerazione per determinare i consumi e le emissioni di una determinata auto, come ad esempio: le dimensioni del veicolo, il tipo di utilizzo, la percorrenza e se l’energia proviene da fonti rinnovabili.

Bisogna anche ammettere che l’automobile elettrica perde in competitività sul fronte autonomia: con batterie di grandi capacità, aumenta il peso e diminuisce l’efficienza, con batterie più compatte l’autonomia è minore e le batterie stesse necessitano di più cicli di ricarica a parità di percorrenza.

Il problema della ricarica batterie: tempi e costi

Perché sono così importanti le batterie? Il motivo fondamentale è che rappresentano il “serbatoio” della vettura elettrica.

Il tempo di ricarica può variare a seconda della potenza erogata in kW; più rapidità significa più stress per la batteria stessa, e proprio per evitare di rimanere con un’automobile ferma per la batteria “cotta”, alcuni marchi automobilistici offrono la possibilità del noleggio o leasing sul pacco batterie.

Quanto tempo si impiega per la ricarica? Attualmente si parla tempi che vanno dalle 2 alle 8 ore: le colonnine pubbliche permettono ricariche più rapide rispetto a quelle domestiche.

I veri vantaggi dell’elettrico

Dove si risparmia?

Nella manutenzione di motore e freni, per esempio, entrambi soggetti a minor usura.

Ci sono poi componenti che non sono presenti nelle auto elettriche e che non devono essere riparate o cambiate nel caso di rottura: come le candele, la frizione, il radiatore o la marmitta.

Inoltre c’è l’esenzione bollo auto per i primi 5 anni e la possibilità di avere copertura assicurativa più bassa fino del 50%. 

Dove conviene l’elettrico? Uno dei grandi vantaggi delle automobili elettriche è la possibilità di recuperare energia quanto la vettura rallenta o in frenata, grazie alla frenata rigenerativa.

Data questa funzione, il comportamento più efficiente si ottiene in città, dove il traffico costringe a piccole accelerazioni così come a piccole e costanti frenate

A quanto ammonta l’autonomia? A seconda del modello, si va dai 200 ai 480 km. Si tratta di autonomia massima, il che significa che più di quello non è possibile fare.

In merito a questo, le aziende automobilistiche stanno tentando di ridurre al minimo gli sprechi energetici. 

Maggior efficienza e utilizzo di batterie con maggiore capacità stanno effettivamente aumentando l’autonomia dei nuovi modelli elettrici.

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