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Vintage GP: ep. 11

Vintage GP: ep. 11 Porsche 924

Vintage GP: ep. 11 – Porsche 924

Vintage GP: ep. 11. Porsche 924, uno dei modelli più sottovalutati del marchio tedesco che contribuì a salvare la stessa casa automobilistica dal fallimento.

Vintage GP: ep. 11 Porsche 924

I DISAGI DI PORSCHE E LA COLLABORAZIONE FALLIMENTARE CON VOLKSWAGEN

Tutti conoscono Porsche per la 911, che dal 1963 è un’icona automobilistica e fa sognare grandi, piccoli e appassionati.

Ma non tutti sanno che negli anni ’70 la 911 toccò il “punto più basso” della sua carriera: infatti a causa dei costi di produzione elevati in Porsche le priorità erano due:

  • una nuova vettura per sostituire la 911 e per conquistare il mercato americano (quella che divenne la 928)
  • un nuovo modello “entry level” per sostituire la 912 con motore anteriore e trazione posteriore.

Questo nuovo modello nascerà da una collaborazione con Volkswagen, che a metà degli anni ’60 per creare una potenziale sostituta per la Karmann-Ghia, portò alla creazione della Porsche 914.

Tuttavia, la vettura fu un flop a causa della scarsa potenza e del costo elevato; Volkswagen perse interesse nel progetto e la produzione della 914 si interruppe nel 1975 dopo circa 120mila esemplari prodotti.

Nonostante il flop, la Volkswagen torno a chiedere l’aiuto di Porsche per sviluppare una nuova coupé sportiva che doveva utilizzare il motore quattro cilindri dell’Audi 100.

Per via della crisi petrolifera e dell’inaspettato successo della Golf GTI, la Volkswagen perse nuovamente interesse nel progetto e Porsche colse l’occasione per ricomprare il progetto della coupé sportiva di Volkswagen per creare una sostituta della 914, e così nacque la Porsche 924.

IL SUCCESSO E LE EVOLUZIONI DELLA 924

La 924 venne presentata al salone di Parigi del ’75 e divenne disponibile dall’anno dopo.

La vettura era caratterizzata da un design a cuneo, linee pulite e moderne.

L’abitacolo è spazioso e confortevole con la plancia rivolta verso il guidatore e sotto al cofano troviamo il quattro cilindri in linea dell’Audi 100, che coi suoi 125 cv spingeva la 924 fino a 200 km/h.

Nel 1978, venne introdotta la versione Turbo, dove il quattro cilindri venne sovralimentato da una turbina che portava la potenza da 125 a 170 cv.

Porsche 924 Turbo

Questo ha rappresentato un notevole passo avanti in termini di prestazioni, per arrivare poi alla 924 S: venne prodotta dal 1986 ed era equipaggiata con un quattro cilindri da 2,5 litri, con una potenza che andava da 150 a 160 cv.

LE VERSIONI SPECIALI

La 924 suscitò (e suscita ancora oggi) il malcontento dei puristi del marchio, che accusavano Porsche del fatto che la macchina fosse troppo poco potente.

infatti nel 1980 vennero presentate due versioni speciali che erano vere e proprie auto da corsa omologate per la strada:

  • La 924 Carrera GT, che era equipaggiata da un 4 cilindri turbo da 2 litri e 210 CV.
  • La 924 Carrera GTR che è la più estrema e desiderabile della gamma e in cui il 2.0 turbo è portato fino a 375 cv e monta soluzioni da auto da corsa che le conferiscono la capacità di spingere questa macchina fino a quasi 290 km/h.
924 Carrera GT

In conclusione la 924, la prima Porsche a motore anteriore raffreddato a liquido ebbe un gran successo, al punto che generò così tanti guadagni che permise a Porsche di investire nel salvataggio della 911.

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Se te lo sei perso, leggi anche il nostro articolo del VIntage GP: ep 10

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Vintage GP: ep. 10

Vintage GP: ep. 10
Vintage GP: ep. 10
Vintage GP: ep. 10 Land Rover Defender

Vintage GP: ep. 10 – Land Rover Defender

Vintage GP: ep. 10. Inarrestabile, iconica e capace di arrampicarsi anche su muri. Oggi vi porteremo alla scoperta di un’avventura lunga ben 70 anni: questa è la storia del Land Rover Defender.

Vintage GP: ep. 10

LA NASCITA DEL LAND ROVER

La storia del Defender ebbe inizio nel dopoguerra, quando il governo britannico impose alla Rover Company (un produttore di auto di lusso) di costruire veicoli più economici per agevolare le esportazioni in quegli anni difficili.

La Rover decise di rispondere a questa richiesta creando un veicolo versatile e resistente, adatto sia all’agricoltura che all’uso militare.

La progettazione e la realizzazione del veicolo vennero affidate a Maurice Wilks, che, ispirato dalle Jeep Willys utilizzate dall’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale, creò un prototipo di fuoristrada utilizzando la struttura della Willys come base.

Maurice Wilks

L’anno successivo, il 30 aprile 1948, il nuovo modello fu presentato al pubblico al Salone dell’Auto di Amsterdam, col nome “Land Rover Series I“: un fuoristrada che aveva tre punti di forza:

  • la trazione integrale, ideale per affrontare terreni accidentati
  • la carrozzeria in alluminio, che oltre ad essere meno esposta alla corrosione, non era soggetta alle restrizioni imposte dal governo britannico in quel periodo.
  • il telaio a longheroni, che abbinato alla carrozzeria in alluminio rendeva il mezzo leggero e resistente.
Land Rover series 1

IL SUCCESSO E LE PRIME EVOLUZIONI

Il Series I suscitò un grande successo tra il pubblico: negli anni ’50 e ’60 divenne molto popolare tra gli agricoltori, gli esploratori e le forze armate di tutto il mondo, e nel 1958 venne lanciata la versione aggiornata: la Land Rover Series II, che si contraddistingueva per una carrozzeria più grande e confortevole.

Land Rover series 2

Negli anni ’70, il numero di Land Rover prodotti raggiunse il traguardo di un milione di veicoli venduti sia a clienti privati che all’esercito.

Nel 1971, venne lanciata la terza generazione del veicolo, ovvero il Land Rover Series III, che presentava una serie di miglioramenti tecnici, tra cui un nuovo motore a benzina a sei cilindri.

DALLA SVOLTA AI GIORNI NOSTRI.

Tuttavia, il vero punto di svolta arrivò nel 1983, quando all’aggiornamento per la quarta generazione, Land Rover lanciò due nuovi modelli: 90 e 110, che erano dotati di una nuova carrozzeria e di un nuovo telaio a traliccio che li rendeva ancora più resistenti.

Inoltre, il motore a diesel fu ulteriormente sviluppato, migliorando le prestazioni e riducendo le emissioni.

Negli anni ’90, il fuoristrada prese il nome di “Defender” (in onore del suo largo utilizzo in campo militare) e continuò ad evolversi fino alla sua ultima evoluzione nel 2016, che venne poi prodotta fino al 2016, quando la Land Rover decise di interrompere la produzione del veicolo a causa delle nuove normative sulle emissioni.

La storia del Defender è una testimonianza della capacità di adattamento e innovazione della Rover Company, che ha saputo creare un veicolo che è diventato un’icona della cultura popolare e un simbolo di resistenza e affidabilità. Ancora oggi, il Defender è ambito e sfruttato, continuando ad affrontare le zone più estreme e impervie di tutto il mondo.

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Vintage GP: Volkswagen Maggiolino

Vintage GP: Volkswagen Maggiolino
Vintage GP: Volkswagen Maggiolino

Vintage GP: Volkswagen Maggiolino

È un’auto fuori dal tempo, nata come il sogno di un sanguinoso dittatore, per poi diventare simbolo di pace e amore in tutto il mondo. Questa è l’auto Vintage GP: Volkswagen Maggiolino (o Beetle)

Ha battuto centinaia di record in più di 60 anni di onorata carriera con oltre 21 mln di esemplari prodotti e ancora oggi è un’icona della cultura pop.

Oggi vi raccontiamo la storia di un mito che oggi tutti conosciamo come Maggiolino Volkswagen.

Vintage GP: Volkswagen Maggiolino

La motorizzazione della Germania

È il 1934, e in Germania il popolo non se la passava molto bene.

Quell’estate Adolf Hitler prese il potere dopo che il presidente Hindenburg morì a 87 anni, e tra le prime richieste che vennero ordinate ci fu quella di “motorizzare la Germania”.

Per dare vita al progetto, il governo tedesco assunse l’ingegnere di auto da corsa Ferdinand Porsche (lo stesso che fondò poi l’omonima casa automobilistica, che fondò la casa automobilistica Volkswagen (in italiano  “auto del popolo”).

Vintage GP: Volkswagen Maggiolino

Il compito che venne assegnato a Porsche era quello di realizzare un’automobile che la famiglia media poteva permettersi:

  • Piccole dimensioni ma allo stesso tempo di grandezza sufficiente da ospitare quattro persone comodamente;
  • Semplice da usare e mantenere ovunque;
  • Di una durevolezza sufficiente ad accompagnare la famiglia per molto tempo.

Il design finale della carrozzeria rifletteva la tendenza dell’epoca per veicoli eleganti e rotondi, con il motore boxer raffreddato ad aria montato nella parte posteriore.

Questa soluzione però portò problemi alla Volkswagen perché Porsche avrebbe preso ispirazione dalla Tatra V570 (o T97), un prototipo della casa automobilistica cecoslovacca Tatra, che di conseguenza avrebbe citato a giudizio la casa tedesca.

Questa causa venne presa con filosofia dal Führer, che fece quello che qualsiasi dittatore avrebbe fatto se qualcuno gli avesse fatto causa per la sua auto: invase la Cecoslovacchia e prese il controllo della fabbrica della Tatra.

La KdF-Wagen

Quando il “design totalmente originale” venne completato la Volkswagen diede il via alla produzione della vettura che venne assegnata a un progetto governativo chiamato “Forza attraverso la gioia” (in tedesco “Kraft durch Freude!”)

La nuova automobile prese il nome di KdF-Wagen e per la sua realizzazione venne costruita una nuova fabbrica vicino a Fallersleben, e attorno venne costruita una città, che oggi si chiama Wolfsburg e ospita ancora la Volkswagen.

La produzione iniziò nel 1938, ma venne interrotta dopo soli 210 unità prodotte, per la necessità di Hitler di focalizzare l’industria tedesca per lo sforzo militare, che come tutti sappiamo portò alla seconda guerra mondiale e fece uscire la Germania.

Quando la seconda guerra mondiale giunse al termine nel 1945 la Germania ne uscì ridotta in un cumulo di macerie.

La fabbrica non fu risparmiata e venne distrutta nei bombardamenti.

Successivamente le forze di occupazione Britanniche incaricate dell’area, trovando le parti originali della linea di produzione del KdF-Wagen e provarono a venderle alle case automobilistiche inglesi, non avendo però un esito positivo.

Nel 1946 la fabbrica fu ricostruita e la linea di produzione venne rimontata, e da quel momento la vettura non sarebbe più stata KdF-Wagen, ma Volkswagen Type 1.

Il Soprannome “Maggiolino”

Nel 1949 la fabbrica venne ceduta a Heinz Nordhoff, e con il risollevamento della Germania dalle ceneri la Volkswagen iniziò a vendere la Type 1 in tutta l’Europa occidentale, dove si guadagnò per la prima volta il soprannome di “Maggiolino” (Beetle).

Le vendite nell’Europa del dopoguerra procedevano a fatica, e in Volkswagen capirono che per vendere le loro auto avrebbero dovuto puntare a un mercato con una grande popolazione, molti soldi e in cui le strade non erano state fatte esplodere.

Così decisero di puntare all’America, dove però i primi sforzi furono fallimentari perché nessun concessionario statunitense voleva toccare la macchina perché il maggiolino era vista da tutti come la macchina dei nazisti.

Bisognerà aspettare il 1950 perché la VW riuscì a convincere alcuni concessionari ad accettare le loro auto, e contro ogni aspettativa il piccolo Maggiolino iniziò a vendere grazie a tre fattori:

1) il suo prezzo molto più economico e conveniente della maggior parte delle auto presenti sul mercato.

2) il fatto che fosse un mezzo robusto e affidabile anche su strade non asfaltate.

3) la manutenzione era relativamente semplice e poco costosa.

L’auto del popolo

Finalmente l’auto del popolo divenne la scelta del popolo, tanto che nel 1955, dopo solo otto anni dalla sua entrata nel mercato la VW aveva già venduto un milione di Maggiolini.

Nel 1972, inoltre il maggiolino diventò l’automobile più venduta di sempre.

Nonostante il numero altissimo di vendite nel 1974, in vista della necessità di una sostituzione più moderna venne lanciata la Golf.

Quest’ ultima nonostante la stessa compattezza, economicità ed affidabilità produceva quasi il doppio della potenza del Maggiolino.

La transizione da Maggiolino a Golf avvenne abbastanza rapidamente in tutto il mondo.

Le uniche a continuare a richiedere il maggiolino furono Messico e Brasile, tant’è che il maggiolino continuò la sua produzione in Messico fino al 2003.

In totale la Volkswagen ha venduto 21 milioni di Maggiolini in tutto il mondo, e venne riportato in vita nel 1998 con la New Beetle che venne prodotta fino al 2019.

Il Maggiolino è una macchina che ha segnato un’epoca, diventando uno status symbol grazie alle sue comparse cinematografiche, come La saga di Herbie e Transformers.

Transformers

Che si tratti di guidare su strade o sulle dune può essere trovato in quasi ogni parte del mondo, è stato un boom di vendite ed ancora oggi è un’icona della cultura pop.

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2023: Le Novità dei nostri marchi

2023: Le Novità dei nostri marchi

2023: Le Novità dei nostri marchi

A pensarci sembra incredibile ma un altro anno è passato,

Ma scopriamo insieme cosa hanno in serbo per il 2023 i nostri marchi:

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Dopo un 2022 già ricco di novità Cupra si prepara a rafforzare ancora la sua offerta e la sua identità con almeno tre novità: l’anteprima del SUV elettrico Tavascan e i lanci per i restyling di Leon e Formentor.

2023: Le Novità dei nostri marchi

Leòn

Insieme a Cupra Ateca è stata l’auto che ha inaugurato la gamma Cupra, e il restyling servirà a darle un carattere più personale, per staccarla anche visivamente dalla sua gemella Seat.

L’evoluzione coinvolgerà naturalmente anche la variante familiare Sportstourer, ma non si parla di particolari evoluzioni nei motori.

Formentor

A quasi tre anni dal suo lancio per Formentor è arrivata l’ora del restyling di metà carriera, e come per Leòn servirà per dare un carattere ancora più personale. Anche in questo caso non ci sono indiscrezioni sui motori e Il lancio dovrebbe avvenire nella seconda metà dell’anno.

Tavascan

Previsto in anteprima per il 2023 con il lancio indicato per il 2024 sarà il terzo modello “originale” Cupra.  Nella versione definitiva avrà la trazione integrale con 2 motori elettrici sistemati uno per asse, e 306 CV di potenza. La batteria da 77 kWh dovrebbe darle circa 450 km di autonomia.


Il nuovo anno di Hyundai inizierà con l’arrivo di Ioniq 6 e Ioniq 5 N, ma sono attese anche le nuove Kona e Santa Fe e altro ancora.

Nuova Kona

La seconda generazione dovrebbe debuttare nella prima parte dell’anno, e il nuovo modello rimpiazzerà l’attuale a 360° con linee un po’ più spigolose e nuovi interni con un grande display centrale e forme non troppo diverse da quelle dell’attuale. Quanto ai motori, si parla di EV, full hybrid, mild hybrid e di almeno una plug-in, e più avanti della versione N.

Nuova Santa Fe

La quinta generazione di Santa Fe è in arrivo, e Il prossimo modello dovrebbe essere presentato nella seconda metà dell’anno e arrivare in commercio direttamente come Model Year 2024.

Ioniq 5 N

Le caratteristiche definitive non sono ancora state ufficializzate, ma Ioniq 5 N è in arrivo per il 2023.

Avrà lo stesso trattamento estetico e la cura per la messa a punto degli altri modelli N, e in quanto al powertrain, sarà adottata una batteria da 77 kWh e la potenza che dovrebbe aggirarsi intorno ad almeno 600 CV.

Ioniq 6

La Ioniq 6 è stata la grossa novità del 2022 per Hyundai, ed è una berlina dalle linee filanti e aerodinamiche basata sulla stessa piattaforma della Ioniq 5. La vettura è ordinabile già dal 9 di novembre, e le prime consegne sono previste per i primi mesi del 2023.


2023: Le Novità dei nostri marchi

2023: Le Novità dei nostri marchi.

Pochi appuntamenti nel calendario 2023 di Kia, che ha in programma il lancio del SUV elettrico EV9 e un aggiornamento per Sorento.

Sorento

Sono passati quasi tre anni dal lancio dell’ultima generazione di Kia Sorento, e nel 2023 è in programma il restyling.

Sull’entità delle modifiche la Casa non ha ancora diffuso informazioni, ma si può ipotizzare che potrebbero esserci evoluzioni per l’infotainment e la connettività considerata la velocità con cui progredisce la tecnologia.

EV9

Kia EV9 sarà la grande novità 2023 di Kia e il reveal è previsto in primavera con l’arrivo in concessionaria in autunno

Anticipata dalla omonima concept car, ha le forme di un SUV elettrico di taglia grande, con lunghezza intorno ai cinque metri. È Basata sulla stessa piattaforma della EV6, ed oltre a offrire degli interni ampi da sette posti, offrirà anche una nuova variante della batteria da 800 Volt e powertrain a due motori con un’autonomia sopra la media.


I piani di Mazda per il 2023 devono ancora essere confermati al 100% ma proseguirà l’ampliamento di una gamma sempre più concentrata sui SUV. Senza dimenticare naturalmente elettrificazione ed elettrico.

Tra le novità attese che dovrebbero avere come piatto forte la presentazione della variante ad autonomia estesa di MX-30 e quella del SUV a 7 posti CX-80, preceduta da novità minori per CX60 e MX-5.

MX-30 Rex

La versione ad autonomia estesa del SUV elettrico MX-30 potrebbe segnare un possibile ritorno del motore rotativo Wankel con funzione di generatore di bordo, che per la variante a percorrenza ampliata punterebbe su questa soluzione anziché su batterie più grandi per meglio bilanciare costi e benefici.

La presentazione, che dovrebbe però avvenire intorno a metà anno.

CX-60 Diesel

La Mazda CX-60, attualmente il modello top della gamma, vedrà nel 2023 l’arrivo del motore turbodiesel da 3,3 litri con tecnologia mild hybrid, con le consegne che inizieranno nei primi mesi del 2023.

CX-80

La CX-80 sarà la novità principale di Mazda: un SUV di taglia Large da 7 posti che completerà la parte alta della gamma europea.

La presentazione è prevista a cavallo tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

MX-5 M.Y. 2023

Per il 2023 Mazda MX-5 sarà protagonista di un aggiornamento sulla gamma con nuovi allestimenti e una nuova scelta di colori per carrozzeria, capote e interni.

La novità sarà l’allestimento di vertice Homura, che sarà disponibile con due motorizzazioni Skyactiv-G:

-2.0 da 184 CV abbinato ad ammortizzatori Bilstein, una barra duomi, sistema frenante Brembo e cerchi in lega forgiati BBS.

-1.5 da 132 CV abbinato a cerchi in lega RAYS.

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Grand Prix su Tik Tok

Grand Prix su Tik Tok

Grand Prix su Tik Tok

Avete letto bene!

il mondo dell’Automotive si sposta su TikTok e anche Grand Prix ha aperto la sua pagina!

Ormai tutti sono a conoscenza della piattaforma di Tik Tok (per l’utilizzo o per il sentito dire), utilizzata prevalentemente da un pubblico giovane, ma ora sempre più persone si stanno approcciando a questo mondo.

Ma esattamente cos’è e come funziona TikTok?

TikTok o come era chiamato in precedenza Musically era un social che consentiva inizialmente di creare brevi video della durata compresa tra 15 e 60 secondi, mentre adesso ha esteso la durata fino a un massimo di 3 minuti.

I video creati si possono personalizzare con un’ampia scelta di filtri, “sticker” e brani musicali.

Tik tok sta diventando sempre più popolare e permette agli utenti della piattaforma anche di partecipare a “sfide della community” e interagire tra di loro con like e/o commenti.

Sempre più influencer, personaggi pubblici e celebrità utilizzano questa piattaforma per restare in contatto con i loro follower, e anche per gli imprenditori aprire un account TikTok può rappresentare un’opportunità per espandere il pubblico e attirare nuovi clienti.

TikTok e Automotive

Quando si pensa alle principali piattaforme di promozione per le auto, probabilmente TikTok non viene subito in mente. 

Ma secondo una ricerca più del 44% degli utenti di TikTok ha in programma di acquistare o noleggiare un’auto nei prossimi sei mesi, il che in realtà lo rende una considerazione preziosa per le case automobilistiche e gli esperti di marketing nel connettersi con consumatori pertinenti, coinvolti e vitali.

Molti Brand come Seat, BMW, Mercedes-Benz, Lamborghini e concessionarie si sono già approcciate a questa piattaforma e stanno già sfruttando tutti i vantaggi del social: creando “hashtag” per il loro brand e lanciando campagne video challenge per acquisire popolarità o per promuovere nuovi modelli di auto.

Ad esempio, Seat ha ideato una campagna pubblicitaria caratterizzata dall’hashtag #Seatchallenge.

In questa campagna Seat ha chiesto agli utenti di sfidarsi ballando e il successo è stato immediato con 208 milioni di visualizzazioni.

BMW ha invece sfruttato TikTok per presentare la Serie 1 ad un pubblico più giovane e incrementare il brand awareness nel Regno Unito.

Il risultato è stato di 27 milioni di impressions, con percentuale di clic del 16,08%.

L’ultimo caso da segnalare è quello di Lamborghini, che ha lanciato il suo account ufficiale su TikTok in occasione dello scorso Halloween.

L’inaugurazione del profilo è avvenuta proprio grazie al lancio di un video a tema Halloween, che ha prodotto, nel solo primo giorno di pubblicazione, 3 milioni di visualizzazioni.

Non solo i grandi Marchi sono entrati a far parte di TikTok, ma anche le Concessionarie Multibrand come noi di Grand Prix.

👉 Vai a vedere il nostro profilo e divertiti con i nostri video! 👈


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Intervista Bruno Belgioco

Intervista a Bruno Belgioco CEO Grand Prix

“Il cambiamento? Un’opportunità! Serve una scelta responsabile”

Su “Bologna – Il Resto del Carlino” è uscita l’intervista a Bruno Belgioco CEO di Grand Prix in occasione della partecipazione di Grand Prix Group all’EVSHOW a Bologna.

Questa manifestazione è la prima in Italia dedicata alla mobilità sostenibile.

L’evento si è tenuto dall’ 1 al 4 Ottobre 2021 ai Giardini Margherita a Bologna, ed era dedicato all’elettrificazione delle auto, Belgioco si è soffermato sull’evoluzione del mondo Automotive;

Focus dell’intervista è stato il tema delle auto elettriche, aggiungendo un piccolo spoiler su un nuovo progetto in fase in fase test.

Qui di seguito è possibile leggere l’articolo uscito sul sopraccitato quotidiano lo scorso 30 Settembre.

Intervista a Bruno Belgioco
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Vintage GP 02

Vintage Grand Prix – ep.2

Vintage GP 02: Seconda puntata della rubrica di Grand Prix dove vi mostriamo alcune delle nostre auto d’epoca.

Ferrari 612 Scaglietti

La Ferrari 612 Scaglietti è il risultato di un progetto d’avanguardia che prosegue la tradizione Ferrari nel settore delle 2+2.

Il modello, disegnato da Pininfarina, porta il nome di Sergio Scaglietti, carrozziere modenese che realizzò negli anni ’50 e ’60 alcune fra le più belle Ferrari.

DESIGN

La 612 Scaglietti pur essendo una vettura all’avanguardia, eredita dalle sue antenate uno stile raffinato e di classe e ha sviluppato un carattere sportivo ma che la rende adatta anche ai lunghi viaggi.

Equilibrio tra dinamicità e comfort è la Scaglietti, fuori una coupé, motore anteriore e trazione posteriore, dentro un abitacolo che offre ampio spazio per 4 persone.

Il telaio, la scocca e la carrozzeria sono in alluminio per garantire leggerezza. Alla perfezione della struttura esterna, si aggiunge un motore potente e dinamico: V12, 48 valvole, 540 CV a 7250 giri, velocità massima 320 km/h, accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 sec.

Il design dell’abitacolo, ha reso possibile l’inserimento di quattro poltrone in un ambiente spazioso ed elegante. Entrare e uscire da una 612 Scaglietti è comodo per chiunque.

Una condizione che deriva dal particolare incernieramento delle porte, che si spostano all’esterno durante la rotazione e dal dispositivo a comando elettrico ‘easy entry-exit’.

Le linee ancora attuali rendono questo modello un ottimo compromesso tra sportività ed eleganza.

La quotazione è davvero invitante per questo V12 che nel tempo riuscirà a mantenere e ad aumentare il suo valore.

Il prezzo di vendita, partiva da oltre 272 000 euro e non era particolarmente accessibile, come del resto anche quello delle altre vetture del marchio.

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Vintage GP 01

Vintage Grand Prix – ep.1

Vintage GP 01: la nuova rubrica di Grand Prix dove vi mostriamo alcune delle nostre auto d’epoca.

𝐋𝐚𝐦𝐛𝐨𝐫𝐠𝐡𝐢𝐧𝐢 𝐔𝐫𝐫𝐚𝐜𝐨

Model📸: @giuliaa_cast

Erano i primi anni ’70 e la “casa del toro” decise di sviluppare un concetto nuovo di coupé sportiva, a 4 posti e con motore centrale.

La vettura fu presentata in anteprima al salone di Torino del 1970 ma i primi esemplari poterono essere consegnati solo un paio di anni dopo.

Inimitabile fuoriclasse del suo tempo, Lamborghini Urraco era talmente proiettata verso il futuro al punto da suscitare oggi lo stesso brivido adrenalinico di allora, quando uscì per la prima volta dalle linee di produzione.

Lamborghini Urraco: che tipo di auto era?

La Urraco era una veloce berlinetta, 2+2, motore V8 posteriore centrale da 2,5 litri e sospensioni indipendenti, con sistema McPherson sulle quattro ruote, una combinazione di soluzioni adottate per la prima volta in ambito automotive.

Il modello originale P250 regalava un’esperienza di guida indimenticabile con 220 CV, 7800 giri/min e una velocità massima di 245 km/h inoltre la Urraco si caratterizzava per spazi interni innovativi per la conformazione della plancia, la posizione degli strumenti e per il volante a calice.

La versione successiva P300 (2.996 cc per 265 CV) fu presentata nel 1974 e prodotta dal 1975 al 1979.

Dal concetto sperimentato e portato con successo sul mercato dall’Urraco, nascono i successivi modelli 8 cilindri ed i più recenti a 10 cilindri, come la Gallardo e l’attuale Huracán.

Lamborghini Urraco: Oggi

Per anni la Urraco è rimasta seppellita tra le sabbie del tempo, considerata solo un oggetto vecchio, raggiungendo quotazioni vergognosamente basse per una Lamborghini, ma oggi, tra aste e concorsi d’eleganza, si prende la sua rivincita.

Un esemplare, degli appena 791 costruiti, vale tra 68.000 e quasi 90.000 euro, a seconda del motore!

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